Situata a circa 3,5 km a nord-est del centro cittadino, la frazione si presenta come un moderno centro abitato, che si è sviluppato principalmente negli ultimi due secoli a valle dell'area archeologica di Roselle, dove sorgeva l'omonima città etrusca, romana e medievale, il cui abbandono fu graduale e parallelo all'emergere del nuovo centro di Grosseto, che ereditò la sede vescovile rosellana nel 1138.[2] Alle spalle del borgo si erge il Poggio di Moscona, dove è situato un gran numero di cave di pietra.
La storia della frazione di Roselle risale al periodo villanoviano, per poi divenire sede di un'antica lucumonia etrusca (città-stato amministrata da un re) dell'Etruria centrale, prendendo il posto egemonico della vicina Vetulonia. Il periodo di fondazione si fa risalire al VII secolo a.C.. Fiorente città che governava un vasto territorio che andava dal mare al Monte Amiata, combatté nella guerra contro Tarquinio Prisco insieme agli altri popoli latini, finendo poi conquistata dai romani nel 294 a.C. e diventando municipio romano. Nel 205 a.C. contribuì alla fornitura di grano e legna per la flotta di Scipione l'Africano durante la seconda guerra punica. Sotto l'impero divenne colonia e conobbe un periodo di grande splendore con la costruzione del foro, della basilica, anfiteatro e terme. Nel IV secolo fu eretta a sede vescovile.
La decadenza di Rusellae iniziò nel VI secolo, invasa dalle popolazioni barbare e flagellata dalla malaria che da quel momento avrebbe reso la Maremma una terra povera e poco abitata. Nel 935 la città venne attaccata e distrutta dai Saraceni e mai più ricostruita. Pur continuando ad essere sede vescovile, Roselle risultava pressoché disabitata, mentre a valle lungo il fiume Ombrone andava a formarsi la comunità di Grossetum che cresceva sempre più di numero. Papa Innocenzo II, che aveva trascorso del tempo in Maremma tra il 1133 e il 1137, decise di trasferire a Grosseto la sede vescovile, dando alla comunità il titolo di civitas. Il 9 aprile 1138, con la bolla Sacrosancta Romana Ecclesia, papa Innocenzo II decretò la nascita della diocesi di Grosseto e di conseguenza il declino totale di Roselle.
Roselle rimase abbandonata per secoli e ciò che restava dell'antica città fiorente finì sepolto e dimenticato. Tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, con l'innalzamento di Grosseto a capitale provinciale e l'avvio delle bonifiche sotto Leopoldo II di Lorena, l'area di Roselle tornò ad essere abitata e si formò un villaggio a valle del sito antico, nel punto dove sorgeva la chiesetta di San Lorenzo, piccolo edificio di culto a servizio dei viandanti lungo la strada tra Siena e Grosseto, e dove si trovava una sorgente termale, prendendo il nome di Bagni di Roselle. Nel 1824 Leopoldo II inaugurò le terme, per l'appunto definite leopoldine. Nel 1938 fu realizzata una grande chiesa parrocchiale e Roselle tornò adessere un centro abitato popoloso a tutti gli effetti e fu eretta a frazione. Tra gli anni cinquanta e sessanta del Novecento, infine, grazie al contributo dell'archeologo Aldo Mazzolai, la città antica è stata scavata e trasformata in un parco archeologico, facendo di Roselle una località turistica di richiamo del territorio. Con i suoi 3.000 abitanti circa, la frazione risulta la più popolosa del comune di Grosseto.